Iea: “Quadruplicare i combustibili sostenibili entro il 2035 è possibile”

Quadruplicare la produzione e l’uso globale di combustibili sostenibili entro il 2035 è un traguardo “ambizioso ma realizzabile”, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), che lo rilancia nel nuovo rapporto Delivering Sustainable Fuels, pubblicato in vista della Cop30, in programma a novembre a Belém, in Brasile.
Un impegno che il governo brasiliano ha fatto proprio, promuovendo un’iniziativa per raccogliere il sostegno del maggior numero possibile di Paesi. “Hanno già aderito Italia, Giappone e India, mentre altri — in particolare diversi Stati europei — hanno espresso interesse a unirsi”, ha dichiarato João Marcos Leme, direttore per l’energia del ministero brasiliano degli Esteri, durante il pre-Cop di Brasilia.
Il rapporto dell’Agenzia delinea un percorso in cui biocarburanti, biogas, idrogeno a basse emissioni e carburanti derivati dall’idrogeno diventano pilastri della transizione energetica, affiancando elettrificazione ed efficienza.

Nel 2024, calcola la Iea, il mondo ha prodotto 6,84 exajoule di biocarburanti, biogas e idrogeno - l’equivalente energetico di 3,3 milioni di barili di petrolio al giorno — ma per raggiungere il target del 2035 la produzione dovrà salire a 27,5 exajoule, includendo anche l’ammoniaca come nuova fonte energetica.
Secondo l’Agenzia, i biocarburanti liquidi – come bioetanolo, biodiesel e Hvo (diesel rinnovabile) – continueranno a rappresentare circa due terzi della domanda complessiva, mentre idrogeno e combustibili sintetici cresceranno rapidamente dopo il 2030, contribuendo per circa la metà dell’aumento dei consumi tra il 2030 e il 2035.

La domanda sarà guidata dai trasporti, ma crescerà rapidamente anche nell’industria e nella generazione elettrica, grazie all’uso dell’idrogeno nei settori chimico, della raffinazione e dell’acciaio. Le stime indicano che entro il 2035 i combustibili sostenibili potrebbero coprire il 10% della domanda stradale mondiale, il 15% di quella aerea e il 35% dei carburanti marittimi.
L’espansione del settore potrebbe mobilitare 1.500 miliardi di dollari di investimenti entro il 2035 e generare quasi 2 milioni di nuovi posti di lavoro, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove la costruzione di filiere bioenergetiche può favorire occupazione, innovazione e sicurezza energetica.

Allo stesso tempo, la Iea sottolinea che la crescita del settore non comporterà un impatto significativo sui prezzi al consumo. Anche con un’espansione accelerata, l’effetto sui costi finali resterebbe minimo: meno dell’1% su beni di uso quotidiano come alimenti, automobili o merci trasportate.
Solo l’aviazione registrerebbe un rincaro più visibile: con una quota del 15% di carburanti sostenibili (Saf), il prezzo dei biglietti aerei aumenterebbe del 5-7%, in base al mix di tecnologie adottate.
Per la Iea, questo scenario dimostra che una transizione energetica “giusta” è possibile anche nei settori più difficili da decarbonizzare, purché accompagnata da politiche flessibili e tecnologicamente neutre. I governi, spiega il rapporto, dovranno sostenere un ventaglio ampio di soluzioni – dai biocarburanti avanzati ai carburanti sintetici – adattandole alle proprie risorse locali e alla disponibilità di materie prime. Un approccio “aperto”, sottolinea l’Agenzia, permetterà di diversificare i mix energetici, rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento e accelerare la diffusione delle nuove tecnologie.
Il potenziale di crescita è enorme: tra il 2010 e il 2024 la domanda di combustibili sostenibili è già raddoppiata. Con l’attuazione delle politiche esistenti e la rimozione delle barriere di mercato, l’uso globale potrebbe quasi raddoppiare in soli sei anni, attirando nuovi investimenti e ampliando la capacità produttiva. La Iea conclude che la crescita più rapida si registrerà nei Paesi emergenti, dove i progetti bioenergetici possono favorire sviluppo rurale, industrializzazione e inclusione sociale, rafforzando al tempo stesso la sicurezza energetica globale.
La Repubblica